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Ritorna alla lista Aggiunto il 4 dic 2007

FRANCESCO AMADORI

GALLERIA D’ARTE LA BACHECA via dei pisani,1 – 09124 Cagliari

sabato 8 dicembre 2007
martedì 18 dicembre 2007

FRANCESCO AMADORI ALLA GALLERIA D’ARTE LA BACHECA
8-18 DICEMBRE 2007 DAL LUNEDI’ AL SABATO CON ORARIO 17,30-20,30 iNAUGURAZIONE 8.12..2007 ORE 18,30
via dei pisani,1 – 09124 Cagliaritel.070.663396 ,


Poetiche e sinuose, adagiate su letti coperti da lenzuola damascate o imprigionate tra i veli delle vesti notturne, le figure femminili immortalate dai celebri fotografi Araki e Jan Saudek svelano, attraverso le ante di una struttura mobile costruita dall’artista, i loro volti astanti conservando quella carica espressiva e l’erotismo che le contraddistingue. Utilizzando le loro immagini, vero e proprio omaggio ad Araki e a Saudek, Francesco Amadori ha scelto un pretesto per realizzare le sue grandi strutture portanti in legno, apribili dall’esterno, ruotanti, dove il principale interesse è concentrato sul movimento dell’oggetto e il suo rapporto con lo spazio. L’evidente ispirazione futuristica che caratterizza queste opere realizzate nel 2000-2007 non impedisce che esse vivano una loro tipica dimensione architettonica assolutamente attuale. Si aprono e si chiudono come scrigni i trittici, simili a pale d’altare o alle ante di un ciborio, in realtà sono oggetti quotidiani recuperati e trasformati che incuriosiscono per gli insoliti e provocatori accostamenti con le effigi erotiche che nascondono all’interno. Riscontriamo nuovamente il concetto di riciclaggio, base essenziale nei lavori dell’Amadori, nella serie dei collage su tavola che l’artista ha creato con fotografie di giornale trovate tra le rovine di case abbandonate, recuperando le immagini di alcune pin up americane e italiane, un po’ meno conosciute della celebre Monroe. Il taglio artistico contemporaneo e l’utilizzo del collage in queste opere evidenzia la passione per il gusto sdrammatizzante caratteristico della Pop art anni 50/60, in particolare quando la proposta dell’icona/mito sembra reiterarsi all’infinito. Infine, la mostra si chiude con le due sedie di recente realizzazione: “Quello stesso anno realizzò la sedia Rosso/blu”, commenta Jhon Heskett parlando di Thomas Rietveld “una delle prime espressioni tangibili degli ideali di De Stijl, le cui parti erano di listelli di legno compensato, tagliate a macchina, avvitate senza giunti e cerniere, verniciate con i colori primari”. E’ questa la chiave di lettura della prima “sedia in movimento” e delle atre due “omaggi a Rietveld”, costruite da Amadori combinando elementi formali ispirati a Kandisky con il cromatismo rosso/blu di Piet Mondrian.

Erica Olmetto

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Artmajeur

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