Luci, geometrie e colori; le tele di Luigi Profeta sono un prisma le cui facce corrispondono a fasci di luce, che portano nell’onirico mondo da lui ideato. Un mondo dove le accese cromie si incrociano e si scontrano con ordinate forme geometriche, un perfetto connubio tra metafisica e dada, dove si sincera il ritorno all’ordine e la poetica dell’oggetto inutile.
Luigi Profeta nasce a Milano il 13 luglio del 1969.
Fin da piccolo sviluppa una naturale propensione verso l’arte, che già in tenera età lo porta a cimentarsi in piccole costruzioni di legno. Un richiamo più verso la scultura, che non verso la pittura e non a caso, le sue opere sono un perfetto connubio tra le due arti.
Spinto verso altri studi, Luigi si diploma come perito elettrotecnico e dal padre eredita la passione per il ciclismo. La sua natura, quella di artista, viene dunque oscurata a favore dello sport, che lo porta a gareggiare nella categoria dilettanti.
Dopo aver smesso di correre, intorno ai diciotto anni, la sua passione, che poi, a detta dell’artista, “più che passione è una missione”, esce fuori “forte e feroce, come un urlo d’amore.”
Apre dunque un laboratorio di maglieria con sua moglie, dove comincia a creare i suoi primi disegni e dipinti. Del resto, sostiene Luigi, “artisti lo si diventa perché lo si è, non perché lo si vuole fare.” Dal richiamo dell’arte non si sfugge e così, incoraggiato dal maestro Alfonso Madaluni, che lo incoraggia a continuare, decide di chiudere il laboratorio di maglieria e dedicarsi esclusivamente all’arte.
Influenzato da artisti come Kandinsky, dal suo rigore geometrico e compositivo, le sue opere sono delle pittosculture, attentamente studiate e meditate, che celano, tra forme e colori, l’animo dell’artista. Un animo catartico, che cerca di esternare le sue emozioni attraverso una psicologia collettiva, ossia di parlare non solo di sé, ma di ognuno di noi. L’arte, sostiene infatti Luigi, “è il frutto del pensiero di chi la fa” e dunque, come chi mangia un frutto raccolto da un albero per cibarsi, così l’arte dev’essere in grado di creare o sfamare una coscienza collettiva.
Attualmente Luigi Profeta vive e lavora a Cormano, dove assieme all’amorevole aiuto di sua moglie, dipinge e gestisce il centro culturale Click Art